federal building torino

Status : Open Competition, 2018
Client : City of Torino
Location : Torino, Italy
Program : Office & Public
Size : 136.090 m²
Team : Elena Placenza, Hanyoung Lee
Collaborator : Jacopo Bracco architetti

 

 

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PREMESSA

La caserma, luogo introverso, difficilmente penetrabile, recinto che nega il dialogo con il tessuto urbano circostante, la cui conformazione è affermazione dell’individualismo, trova occasione di riscatto ed è resa partecipe dell’organizzazione spaziale più prossima. Nato come fabbrica di automobili (ex S.C.A.T.) e convertito ad uso militare negli anni ‘30 del Novecento, il complesso insiste su un’area di convergenza di importanti arterie stradali, piazza Rivoli, che si configura unicamente come luogo del transito, non adatto alla sosta o allo scambio di relazioni. Il progetto propone dunque che il recinto si destrutturi per lasciare posto ad un nuovo schema urbano percorribile in cui pedoni e ciclisti hanno accesso esclusivo, ad una trama che non obbedisce al vorticoso fluire degli ambiti del movimento, a politiche relazionali in grado di connettere luoghi con luoghi, persone con persone e persone con luoghi, ad una scena di continuo scambio tra azione e riposo.

 

PROGETTO

La proposta prevede la creazione di una matrice di pieni e vuoti che consenta una chiara ed inequivocabile lettura dell’organizzazione spaziale. Un grande complesso edilizio, con coerente struttura su scala ridotta, prende vita dalle maniche degli edifici soggetti a vincolo storico e si dirama verso Nord. L’orientamento prevalente dell’edificato, che segue la direzione della maglia urbana ad Est di via Brione, permette la creazione di un solido legame visivo con il corpo di fabbrica esistente ed agevola la comprensione del sistema di circolazione interna. La scelta dell’asse generatore è riconducibile alla constatazione della più intensa relazione del lotto con il tessuto urbano che lo cinge a Nord e ad Est ed un minore nesso con gli ambiti a Sud ed Ovest derivante dalla presenza delle due vie di percorrenza principale, rispettivamente Corso Francia e Corso Lecce. L’edificio industriale, costituito da un piano fuori terra, prospiciente Corso Lecce è mantenuto ed un’estensione di nuova edificazione, anch’essa di un piano nel rispetto dei vincoli sulle altezze, vi si sovrappone garantendo continuità con il corpo storico su due livelli. Otto nuovi edifici, con colmi a quote differenti, definiscono la scacchiera urbana interna all’area. Sono individuati due gradienti di altezza sull’asse Sud-Est|Nord-Ovest: un primo dal centro del lotto a Corso Lecce, un secondo connette la manica storica su via Brione a via Pilo. Viene in tal modo a crearsi una sistema di volumi a gradoni che raggiunge l’altezza massima in corrispondenza dell’edificio di forma trapezoidale a Nord-Ovest dell’area, coerentemente con le quote dell’edificato prospettante su Corso Lecce.

 

VOLUMI E USI

Le volumetrie sono concepite in modo da poter ospitare tutte le tipologie di tenant previste, la loro fisicità è ottimizzata per garantire la massima flessibilità per ogni possibile uso (non unicamente quello di centro federale). In particolare si contempla la possibilità di insediam insediamento di funzioni di rappresentanza, accoglienza e relazione col pubblico e gestione dei flussi al piano terra e destinazioni terziarie, quali servizi alla produzione e servizi sociali, a uffici pubblici, studi e laboratori professionali ai piani superiori. La casella vuota al centro del complesso edilizio è chiaro esempio dell’adattabilità degli spazi generati dalla trasformazione: un atrio con copertura vetrata da utilizzare come sala riunioni e di ingresso al tenant A, luogo di sosta, transito e connessione dei volumi che lo circoscrivono.
L’organizzazione all’interno di lotti funzionali offre una preview della gestione dei blocchi in vista dell’affidamento dei lavori a soggetti distinti. Gli edifici 3, 6 e 8 (si veda schema di fianco) sono progettati come autosufficienti, volumi procreatori dei raggruppamenti planimetrici, dotati dei necessari servizi e di ampi spazi di collegamento verticali e orizzontali. I blocchi che vi gravitano attorno sono ad essi asserviti. I cinque edifici con impianto modulare rettangolare presentano una superficie utile per piano di 1.220,6 mq di cui, soltanto nel caso dei blocchi 3 e 6 oltre 180 mq sono destinati ai servizi di cui sopra.
In aggiunta all’edificio su Corso Lecce, si stabilisce il mantenimento parziale del capannone industriale a Sud del lotto per il quale si prevede un intervento di restauro e la sua conversione per servizi bar e di ristorazione di uso collettivo.
6.936 mq del piano interrato sono utilizzati come archivi di pertinenza dei tenant e perciò collocati in prossimità degli edifici cui sono associati.
La superficie totale fuori terra utilizzata da progetto è pari a 32.730,2 mq.

 

STRUTTURA E PATTERN

I volumi di progetto presentano uno scheletro strutturale in calcestruzzo armato che garantisce ottime prestazioni statiche ed un’efficace gestione dei sistemi modulari, oltre ad essere il sistema costruttivo utilizzato nei più recenti interventi di edificazione interni al lotto.
L’approccio adottato è fortemente orientato alla preservazione e integrazione del patrimonio esis vesistente meritevole di tutela, alla definizione di un nuovo codice espressivo che non sia dissonante rispetto a quello che caratterizza da oltre un secolo l’ambito e che è traccia riconoscibile della storia del luogo, rappresentazione della memoria di un angolo di città. Il progetto non si limita dunque alla mera rilevazione ed elaborazione di conformazioni fisiche ma tiene conto dei caratteri visivi del contesto. Il nuovo complesso diviene manifestazione scenica della necessità di continuità e di novità al tempo stesso. Materialità e colori rievocano quelli della caserma sebbene volutamente la forma tradisca l’intenzione. Le facciate di stile moderno si caratterizzano per la presenza di una struttura lamellare che disvela scorci sempre diversi della intima quotidianità degli spazi chiusi. Il sistema modulare a risparmio energetico si costituisce di triplo vetro che corre da pavimento a soffitto, schermo antiabbagliamento e struttura a doghe orientabili che svolgono la funzione di protezione dal sole. Al piano terra la linearità delle lamelle è interrotta: l’arco ribassato che cara caratterizza le facciate dell’edificio prospettante su piazza Rivoli diviene motivo decorativo ed individua gli ingressi al complesso.

 

SPAZIO ESTERNO

Lo spazio pubblico non è semplicemente l’area risultante da operazione booleane fra corpi. É tuttavia innegabile che il vuoto sia chiamato ad interfacciarsi in maniera imprescindibile con la dimensione del pieno, a tessere con esso relazioni che amplifichino la percezione del costruito. Al piano terra infatti i due tessuti si compenetrano: un sistema di spazi aperti pubblici e semi-privati è raccordato da pilotis e corridoi interni. Sull’asse Est-Ovest si collocano gli accessi principali al lotto, due piazze pubbliche, a cui gli edifici di nuova edificazione fanno da quinta scenica. Le aree a Nord-Est e Sud-Ovest hanno invece carattere meno estroverso, sono pensate come porzioni di spazio di pertinenza degli edifici in cui l’accesso pubblico è controllato ma non interdetto. L’organizzazione spaziale così definita definita consente di accostare una sequenza di eventi, di scene statiche ed in movimento, di rappresentare il ritmo dell’area e del suo quartiere. La percezione del fruitore è un continuo stimolo, una sequenza di sensazioni di tensione e sollievo, di chiusura ed apertura.
In un’ottica di sostenibilità, anche le coperture piane (accessibili) degli edifici sono destinate a verde.

 

MOBILITÀ

La rete di traffico pedonale interna definisce il paesaggio del fruitore, consente la relazione dell’area con il suo intorno e la creazione di una trama riconoscibile e ininterrotta di interazione con i diversi ambiti di progetto. L’asse Est-Ovest costituisce l’indirizzo di percorrenza principale, altri due percorsi consentono l’accesso da Nord. La decisione di dare accoglienza all’interno del lotto in esame al solo traffico pedonale e ciclistico e la conseguente volontà di svincolare l’area dalla funzione di superficie di sosta, comporta la preva prevalente concentrazione della regione destinata al parcheggio delle autovetture in sottosuolo (accesso a Nord-Est del lotto). Il progetto garantisce la dotazione minima di aree di sosta ai sensi dell’ art. 2 della legge del 24 marzo 1989, n. 122 (cd. legge Tognoli), applicabile ad ogni tipologia di nuovo intervento urbano, che prevede la realizzazione di appositi spazi per parcheggi in misura non inferiore ad un metro quadro per ogni dieci metri cubi di costruzione.
Si riporta di seguito il calcolo effettuato:

Volume di progetto (V): 136.090 mc
Dotazione parcheggi: V*1mq/10mc ≥ 13.609 mq

L’area individuata per assolvere tale ruolo si estende su una superficie complessiva di 13.894 mq, di cui circa 1.755 mq di posti auto scoperti al piano terra e 12.138 mq di autorimessa al piano interrato.


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